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    Montano Antilia
    ANTE E ELIOS, DAVANTI AL SOLE

Montano Antilia

ETIMOLOGIA E STORIA

Secondo la tradizione storica sembra che il borgo, in origine fosse chiamato Montana. In seguito il nome fu modificato in Montano per essere chiamato, alla fine, Montano Antilia.L’etimologia del nome Montano è abbastanza comprensibile visto che il paese è posto a 766 m. s.l.m. e sorge lungo il versante sud-occidentale del monte Gelbison. Per quel che concerne “Antilia”, invece, sembrerebbe che il nome deriverebbe dall’unione di due termini greci “ante” e “elios”: il significato, se l’etimologia risulta esatta, è davanti al sole. La mancanza di documentazione storica nel territorio non ha reso possibile la ricostruzione delle origini del villaggio. La tradizione locale, infatti, attesta che le origini di Montano Antilia si devono ai romani che avrebbero conquistato il promontorio per attaccare le colonie greche fondate in Italia meridionale.Questa leggenda troverebbe conferma nelle ricerche archeologiche, purtroppo non approfondite, che hanno consentito il rinvenimento, in località Piano Bombace, di una necropoli di età romana. Sembrerebbe che, a causa delle devastazioni dei Saraceni della costa, l’abitato si sia spostato più a monte dando origine al villaggio di Montana che sorse come villaggio agricolo al di sopra di una piccola sorgente. Le prime “pagliare”, infatti, sorsero al di sopra di una sorgente che, trasformata in lavatoio pubblico, ancora oggi viene chiamata “a funtana vecchia”. Con la venuta dei Normanni, nell’XI secolo, il territorio del villaggio fu organizzato attraverso la costruzione di orti, intersecati da muri a secco. Montano si affermò e si sviluppò come centro urbano a partire dal XII secolo. Sino al 1727 fu un villaggio agricolo alle dipendenze di Cuccaro Vetere per poi diventare autonomo come feudo dei Monforte. Nel 1828 da Montano partì la rivolta dei Filadelfi capeggiata dal canonico De Luca, dal cancelliere comunale Pietro Bianchi e dalla sua consorte Alessandrina Tambasco Bianchi.L’attuale centro storico mantiene vive le caratteristiche architettoniche del passato che possono riconoscersi nell’impianto urbanistico. Il fulcro dell’abitato è costituito, infatti, dalla Chiesa posta al centro del paese da cui si dipartono strade strette e case addossate le une alle altre che costituiscono una viva testimonianza dell’antichità dell’insediamento.
I palazzi delle famiglie che esercitavano il dominio sul villaggio sono ancora oggi visibili e non hanno intaccato il tessuto urbanistico del borgo che, come detto, presenta intatte le sue caratteristiche urbanistiche. Questi complessi, costruiti tra il XVI ed il XIX secolo, mantengono ancora intatte le proprie caratteristiche architettoniche che vede le strutture divise in due parti complementari: il pianterreno ed il piano superiore. Il primo conserva ancora intatti i caratteri funzionali alla conservazione di derrate alimentari: cellai e bottai nel settore Nord; granai, legnai, stalle e porcili nel versante Sud. Al piano superiore vi sono gli ambienti di rappresentanza, le camere da letto e le cucine. All’interno dell’antico borgo, inoltre, si conserva l’architettura della S. S. Annunziata che, costruita nel 1466, presenta pianta a croce latina a navata unica ed è stata oggetto di interventi di restauro nel 1700. In fondo alla chiesa, inoltre, è possibile ammirare gli affreschi settecenteschi che rappresentano la scena dell’Annunciazione, di S. Giovanni Battista che battezza Gesù Cristo nel fiume Giordano e di San Vincenzo Ferrer. Nel 2013, al suo interno è stato aggiunto un pregevole ciclo pittorico dell’artista contemporaneo Stefano Trapanese. Di pregevole fattura è anche il campanile, con orologio maiolicato, localizzato nella centrale piazzetta San Nicola. Tra le architetture di pregio presenti nel centro storico, inoltre, si segnalano il palazzo Monforte, le cappelle di Sant’Anna, di Sant’Antonio e di San Sebastiano e la c.d. Scala Santa che, costruita nel ‘600, è situata nella parte alta del borgo.La popolazione ha sempre avuto un rapporto costante con il territorio circostante che è stato da sempre sfruttato per la produzione agricola anche se solo per l’autoconsumo. Tra i prodotti si segnala soprattutto la produzione della castagna, ma va ricordata anche la produzione di salumi e formaggi.Il paese vanta, inoltre, antiche tradizioni artigianali che sono state mantenute vive dagli artigiani locali. È da ricordare, in particolare, l’arte dell’intaglio del legno che è praticata, soprattutto, nella vicina frazione di Massicelle. Il comune possiede aree di forte impatto ambientale come il percorso turistico-naturalistico “Ponte di Mastromicco-Casale Carosiello” che consente di ammirare luoghi naturalistici incontaminati e di riscoprire le tracce dell’intervento dei monaci italo-greci nel territorio che si manifesta attraverso l’impianto dei mulini ad acqua.

"Attività artigianali, tradizionali, ricettività, ristorazione, aree verdi e luoghi di interesse storico."

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