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    Scario
    UN SOLIDO PUNTO DI ANCORAGGIO NEL GOLFO DI POLICASTRO

Scario

ETIMOLOGIA E STORIA

Il sito occupa un tratto di costa che già nell’antichità era considerato il migliore punto di ancoraggio dell’intero Golfo di Policastro. Le tradizioni marinaresche della zona sembrano riflesse nella toponomastica se è vero che il nome di Scario deriva dal greco eskarion “cantiere navale” o “scivolo per il varo delle navi”. Ciò è confermato non solo dalle tante stazioni preistoriche rinvenute lungo la costa all’interno di grotte che offrivano riparo e vie d’acqua, ma anche dalla quantità considerevole di reperti risalenti ad epoca storica che le ricerche di superficie hanno rinvenuto. Inoltre indagini di archeologia preventiva recentissime hanno portato alla luce i resti di un sito di epoca imperiale dimostrando la continuità della frequentazione della costa per lungo tempo.Nella prima metà del V secolo d.C., al tempo delle incursioni barbariche in Italia, Scario fu distrutta dai Vandali di Genserico, solo pochi abitanti scamparono all'eccidio, trovando rifugio sulle impervie rocce della Masseta, ove non poteva arrivare la furia dei barbari. Dopo la metà del VI secolo la popolazione costiera, che si era rifugiata sulle alture , cominciò a ripopolare il litorale, favorendo in tal modo un notevole risveglio dell'attività marinára. Fu in tale periodo che l'antico borgo, dopo circa un secolo e mezzo dalla sua distruzione, trovò nuovi impulsi alla crescita. Nuovamente il borgo fu dato alle fiamme nell'anno 915 dai Saraceni di Agropoli e di Camerota, i pochi superstiti riuscirono a trovare scampo nelle campagne circostanti. Solo nel 1152, grazie all'intervento del Conte Simone, figlio di Ruggero II, Duca di Calabria Scario ritrovò un po’ di tranquillità. Ma nel 1534 e nel 1552 il borgo fu distrutto da incursioni saracene che ne determinarono la rovina e il territorio restò completamente deserto e desolato per un lunghissimo periodo. Dopo secoli di alterne vicende e di devastazioni comuni agli altri centri della costa ad opera di barbari e saraceni, solo verso la fine del XVII secolo il centro urbano risorse fra gli scogli del Garagliano grazie ad alcuni pescatori aiutati dai Conti Carafa della Spina, feudatari di Policastro, e da alcune nobili famiglie di San Giovanni a Piro. Da quell'epoca comincia il lento ma costante sviluppo, che l'annovera oggi tra le stazioni balneari ed i centri turistici più rinomati ed accoglienti della stupenda fascia costiera del basso Cilento. Il paese, frazione marina di San Giovanni a Piro, ospita 1200 abitanti, sorge all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e costituisce una piccola perla incastonata tra spiagge e cale incantevoli che si distendono ai piedi di altissimi speroni rocciosi che si affacciano sull’Area naturale marina protetta Costa degli Infreschi e della Masseta.
Qui le rocce del Monte Bulgheria si inabissano nel mare, formando uno dei più bei paradisi subacquei del Mediterraneo, ricco di specie marine altrove scomparse da tempo. Lungo la costa, nel corso di centinaia di migliaia di anni, intensi fenomeni carsici hanno scavato grotte misteriose ornate di stalattiti, stalagmiti ed altre concrezioni, come la grotta dell'Inferno, dell'Acqua, del Monaco, del Vitello, la Grotta Grande ed il Riparo del Molare, in cui sono stati rinvenuti importanti giacimenti preistorici.Il tratto di costa, accessibile quasi esclusivamente dal mare, è percorribile solo attraverso rari sentieri, spesso poco più che una traccia, che corrono lungo i fianchi della catena montuosa erta sul litorale, che dal monte Picotta, presso Scario, giunge sino alla Timpa del Piombo e di qui, oltre il Vallone di Marcellino, dalla Timpa dei Sette Pani scende con dolce declivio sulla Cala degli Infreschi. Tutta l’area è caratterizzata dalla macchia mediterranea dove vive il Driomio, un piccolo, quasi sconosciuto, roditore, parente del più famoso ghiro.Il paese oltre alla conservazione delle caratteristiche architettoniche storiche originarie mantiene ancora vive anche le tradizioni marinare grazie ad un rapporto dinamico tra il borgo e l’ambiente marino circostante; questa relazione attraverso soprattutto la conservazione e la preparazione di prodotti tipici, consente lo svolgimento di un vissuto “tradizionale”. Esistono diverse società di servizi e cooperative che organizzano servizi al turista soprattutto escursioni marine per visitare la suggestiva costa inaccessibile da terra.Le altre attività artigianali e tradizionali sono la produzione di prodotti ittici conservati soprattutto per l’autoconsumo, la lavorazione del cordame per le imbarcazioni non è più praticata.Scario è un piccolo borgo marinaro posto a nord del Golfo di Policastro, Basso Cilento. Il paese, che ospita 1200 abitanti, sorge all’interno del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano e si affaccia sulla Area naturale protetta costa degli Infreschi e della Masseta. Il paesaggio offre uno spettacolo straordinario di cui si può godere attraverso passeggiate, escursioni in mare, itinerari in mezzo alla natura e alla storia. Per il contesto di grande pregio delle bellezze naturalistiche e per il valore aggiunto rappresentato dalla capacità di creare un turismo di qualità Scario può rappresentare un Villaggio delle Tradizioni.

"Attività artigianali, tradizionali, ricettività, ristorazione, aree verdi e luoghi di interesse storico."

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